Facciamoci sentire! by Bruno Latour & Nikolaj Schultz

Facciamoci sentire! by Bruno Latour & Nikolaj Schultz

autore:Bruno Latour & Nikolaj Schultz [Latour, Bruno & Schultz, Nikolaj]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EINAUDI
pubblicato: 2023-04-04T12:00:00+00:00


VIII.

L’indispensabile e troppo trascurata lotta per le idee

49. Nel 1789 il terzo stato godeva di un vantaggio che oggi alla classe ecologica manca inesorabilmente. Quando il terzo stato divenne la Nazione, erano già cento anni che la lotta per le idee, in tutti gli ambienti e in tutte le classi, aveva, come si suol dire, «preparato gli animi» insinuandosi all’interno delle élite stesse. Negli ultimi cento anni, invece, chi è stato a preparare le élite al cambiamento in corso? Certo, c’è stato un immenso lavoro di riflessione portato avanti da innumerevoli ricercatori, pensatori, attivisti, moralisti, militanti e poeti, che però poi non è piú stato ripreso dai partiti cosiddetti «verdi» e non ha fatto che sfiorare le classi dirigenti. Dove sono i luoghi di pensiero nei quali avrebbe dovuto essere condotta, progressivamente nel corso dei decenni, la lotta ideologica su tutti i soggetti sopra citati? La sensazione, peraltro orribile, è che la lotta sia appena cominciata. Le altre classi fanno il diavolo a quattro, intasano lo spazio mediatico, invadono riviste, televisioni, settimanali, monopolizzano la formazione degli agenti dello Stato, moltiplicano le scuole di management e i dipartimenti di economia; gli organi di questa classe ecologica, invece, dove sono? Non c’è niente che permetta di contrattaccare alla giusta scala per raggiungere l’egemonia nella lotta per le idee.

50. Eppure la storia dei movimenti sociali lo ha dimostrato: è impensabile che la nascita di una classe capace di contestare il ruolo di leader alle altre classi disorientate dal ribaltamento cosmologico possa avvenire senza una tale operazione ideologica. E quindi senza passare per l’immenso lavoro di inventario culturale che le altre classi hanno dovuto affrontare in passato per riuscire a garantirsi un ruolo di primo piano nella scena pubblica. Per quanto trita e ritrita, la tematica gramsciana della «conquista dell’egemonia» – intesa come una «guerra di posizioni» da pianificare ben prima di ingaggiare una «guerra di movimento» – è applicabile tanto a questa classe emergente quanto a tutte le altre. Gli interessi cosiddetti «obiettivi» non sono mai bastati a dare vita a una classe consapevole di sé e abile a convincere gli altri ad allearsi con lei. D’altronde gli interessi economici non sono mai stati sufficienti, da soli, a orientarsi nelle lotte di classe, e lo stesso vale per gli «interessi ecologici». Bisogna sforzarsi di maneggiare ogni volta tutta la cultura. Fintantoché la classe ecologica esiterà a condurre tali battaglie, resterà sempre l’ultima ruota del carro.

51. Peccato che per questa classe sia molto piú difficile di quanto non lo fosse per quelle precedenti. Nel suo caso, infatti, si tratta di sensibilizzare un’intera popolazione a un cambio di cosmologia che implica un aumento straordinario dei motivi di preoccupazione da considerare. Anche se le classi sociali tradizionali comprendevano tutte, implicitamente, la propria dimensione geosociale, fosse anche negandola, questa stessa dimensione è tornata a essere primordiale perché è sull’occupazione, sulla natura, sull’uso e sul mantenimento dei territori e delle condizioni di sussistenza che d’ora in poi vertono le lotte, e ciò a tutti i livelli e in tutti i continenti.



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